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Visualizzazione dei post da 2016

1° novembre, Ognissanti, 2016

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Il mio pensiero va a tutti quelli che santi non lo sono diventati e che non lo diventeranno mai, nonostante lo siano stati davvero, nel piccolo delle loro famiglie, dei loro paesi, sul lavoro, nella vita di tutti i giorni. Gente che ha fatto tutto ciò che poteva, fin quasi al miracolo, che ha dato anche quello che non aveva, che ha messo il bene di tutti prima dei propri interessi personali e che non l'ha fatto in nome di nessun dio e in funzione di alcun incarico ufficiale, ecclesiastico o laico che fosse.  Persone belle, che non sono morte martirizzate, che non hanno avuto stimmate né estasi, che non hanno operato prodigi e che hanno vissuto, faticato, amato, imprecato e pianto come tutti noi, ma con molta più dedizione alla giustizia, alla solidarietà e alla vera causa cui tutti noi dovremmo immolarci ogni (santo) giorno: l'umanità, dono prezioso che sta sfumando via dal buco dell'ozono, insieme alle cose più belle di questo mondo, forse per non tornare più. Buon

Scrivi bene e nessuno si farà male

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In futuro scrivere sarà sempre più un esercizio di chiarezza, di sintesi e di inequivocabilità . Dovremo pesare le parole con il bilancino da farmacista, dopo aver scolpito nella nostra testa il concetto che vogliamo esprimere, e dovremo essere certi di conoscere la materia di riferimento quel tanto che basta per poterci permettere di parlarne o di scriverne. Tanto più se quello che scriviamo è destinato a finire sul web. Quando scriviamo in rete , infatti, e presto non esisterà altro che questo, scriviamo sempre e comunque al mondo intero e ad esso esponiamo non soltanto quel singolo pensiero, ma tutta la nostra esistenza, che sempre più sarà giudicata e analizzata in funzione di quel singolo cluster, in grado di contaminare tutto il resto e di crearci enormi problemi.  Affrancarci dalla provincialità e dall'idea che stiamo scrivendo per i nostri amici, per il nostro territorio o per una qualsiasi nicchia, sarà un passo inevitabile. Le esperienze e i riferimenti

Su Roma e sulle (non) Olimpiadi del 2024

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Non voto M5S, non amo la politica, non sono schierato con nessuno, talvolta nemmeno con me stesso. Credo però che la questione Olimpiadi sia davvero molto semplice e che un politico come la Raggi, che non mi piace nemmeno un po' e che non avrei votato, non avesse altre scelte se non quella di dire NO. Molti stanno rovesciando la frittata, ma il discorso è: investire, se e quando e il caso di farlo, significa spendere soldi per creare opere utili ad una città e ad un paese e, lo abbiamo visto troppe volte, la maggior parte di ciò che viene costruito per Olimpiadi, Mondiali ed eventi una tantum resta poi inutilizzato, ammesso che lo sia stato almeno durante l'evento stesso, rappresentando non solo un grande spreco si denaro ma anche un ulteriore ecomostro da sopportare. Si può fare di meglio? Si può mettere in piedi un evento che vada in una direzione differente? Onestamente non credo, se non cambiamo prima il modello e le premesse, perché queste kermesse viag

L’improcrastinabile esigenza di stabilire un contatto con l’umanità

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Dovremmo solo entrare in contatto, stabilire una vera connessione, comprenderci intimamente, oltre la nostra quotidianità, oltre i nostri stupidi affari personali, oltre la cortina di ferro della privacy, che ci spinge a nasconderci dentro le mura di casa. Basterebbe questo, ne sono convinto e lo spero, per diventare una grande famiglia globale, in cui le nostre miserie non fossero più importanti di quelle degli altri, in cui la solidarietà fosse l'unico contratto, la sola obbligazione, l'investimento irrinunciabile cui ciascuno vorrebbe ambire. Ciò che conviene a tutti conviene anche a te, dovremmo crederci fino in fondo, anche se in mezzo c'è del tempo da aspettare, del sudore da sudare, tanta fatica da sopportare e il mostro affamato dell'ego da anestetizzare. Un mostro da sopire, o meglio da esaltare in un coro polifonico di anime non più disperse, non più prigioniere di sé stesse e della propria natura, schizofrenica e instabile, progettata p

Quello che so delle donne

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Quello che so è che senza le donne nulla avrebbe senso . Non ne avrebbe un giorno senza sentire la loro voce, senza perdersi nel loro sorriso, senza impegnarsi a scoprire cosa c'è dietro i loro silenzi, dietro i loro piccoli tic, dentro la loro anima piena di luce, di nuvole gonfie di pioggia, di mare ricco di pesci e di vita. Senza il loro profumo, la loro forza e senza il mistero che avvolge ogni loro pensiero. Sono adesivi e magnetici, i pensieri delle donne... I nostri fluttuano solitari, tra le quattro pareti dell'acquario della coscienza. I pensieri delle donne, invece, popolano in grandi branchi il mare infinito della loro mente e della loro anima, impossibili da approcciare singolarmente, perché hanno vita soltanto nella loro complessità e vivono in simbiosi, scambiandosi energia e regalando al mondo la vita, giorno dopo giorno. Sono anime di luce, le donne . Senza di loro tutto sarebbe buio, freddo e immobile. Senza di loro nulla avrebbe senso e non ci sare

Bisogni intellettualizzati

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Cercherò di farla facile, così magari spiego pure questo strano titolo. Scrivo spesso di come, a mio avviso, i soldi siano la causa principale di tutti i mali della nostra società; forse esagero, ma spero che questo ulteriore frammento di #pensierisparsi possa chiarire il mio punto di vista. Prendiamo ad esempio gli animali. Sanno cosa gli piace e cosa non gli piace, loro? Certo che lo sanno, ovviamente, ma quando vanno a caccia di cibo, allo stato brado, non è quella, la loro priorità. Loro cercano principalmente qualcosa da mangiare, non qualcosa di buono. Se è anche di loro gusto è meglio, chiaramente, ma non vanno al ristorante, per capirci. Lo stesso vale per tutti i loro bisogni, probabilmente anche quelli sessuali (o meglio riproduttivi). Gli animali hanno un solo ed unico scopo, nella vita: sopravvivere, quanto più a lungo possibile, e garantire un futuro alla propria specie, che nei millenni si evolverà in modo naturale, adattandosi all’ambiente e alle circostanze. L’

Liberi su cauzione

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Quando sento qualcuno dire che si dovrebbe risolvere in via definitiva il problema della corruzione, che ci vogliono pene più severe, che bisogna controllare di più e che bla bla bla bla... davvero faccio fatica a capire come si possa davvero credere che questa piaga possa essere sconfitta o controllata. La corruzione, dovrebbe essere chiaro, è un effetto collaterale, del tutto inevitabile, del modello in cui tutti noi viviamo. Soldi e corruzione viaggiano sugli stessi binari, perché tutto, in questa società, è in vendita e tutto può essere comprato. Certo, c’è un confine nettissimo tra i soldi che percepiamo quando lavoriamo onestamente e quando ci corrompono, ma è lo stesso confine che c’è, quando assumiamo dei farmaci, tra il guarire dalla malattia per cui li prendiamo e prenderne un’altra, causata dal farmaco stesso con cui ci siamo curati.  Il problema di fondo è che nessuno, a questo mondo, può fare a meno dei soldi, se vuole vivere libero e integrato nel sistema. I sold

Tutti alla forca?

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Quello che vedete vi sembra strano e poco credibile? Pensate che un gruppo di terroristi, per quanto preparati e ben armati, non abbia le capacità e le forze per fare quel che fa, senza che ci sia qualche appoggio esterno? Siete dei complottisti, ecco cosa siete! Non siete persone che si fanno delle domande e che cercano di ragionare con la loro testa, ma dei pazzi con manie di persecuzione, dei sobillatori, agenti destabilizzatori, menti malate e perverse. Siete dei complottisti, non gente che legge tra le righe e che vede una cosa soltanto: un sistema, in cui tutti noi, purtroppo, siamo immersi completamente, come in un liquido. Guardate i TG, se pensate che io sia pazzo. Guardateli dall’esterno, senza farvi coinvolgere e noterete parecchie stranezze e anomalie. Vedrete un racconto, una narrazione con un preciso filo conduttore, che mescola realtà e fiction, che confonde le notizie con le opinoni, che collega tra loro i fatti, come se ci fosse un filo conduttore, come se foss

Bello, ricco, intelligente e...

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Approfitto di una conversazione fatta su Facebook per raccogliere in un post alcune mie considerazioni sull’amore e sulle relazioni. La conversazione prendeva spunto da una fantomatica ricerca della University of Buffalo , secondo cui “ i maschi provano disagio e paura quando devono rapportarsi con donne intelligenti. E, alla fine, scelgono partner meno brillanti ”. Personalmente ritengo che ci sia un problema di fondo, rispetto a questo studio. L'amore si fa in due quindi, se le cose non funzionano, le responsabilità vanno sempre suddivise al 50%. Quante donne belle e particolarmente intelligenti conoscete, che scelgano i loro partner seguendo i consigli dell'intelletto, piuttosto che il cuore (tanto per usare un eufemismo)? Il problema è: più abbiamo e più facciamo fatica a capire di cosa abbiamo davvero bisogno, perché, se abbiamo tanto da offrire, è quasi certo che cercheremo piuttosto quello che vogliamo. Sarebbe poi da capire cosa si intenda per intelligenza e co

Credete e vi sarà dato

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Noi tutti crediamo in qualcosa, è un dato di fatto. Ma credere è, senza ombra di dubbio, la più importante dinamica di controllo delle masse che il genere umano abbia mai messo a punto. Il vecchio e sempre valido “divide et impera”, si basa proprio su questo. Per dividere le persone, infatti, occorre che esse credano in qualcosa. Poco importa se si tratti di una religione, di un’ideologia, di un partito politico o addirittura di una squadra di calcio, o di un campione dello sport, dell’arte o della cultura. L’importante è che noi crediamo. Io credo nell’amore, ad esempio, credo in Dio (una versione molto personale, a dire la verità), ma anche nella tecnologia, nel complesso mondo del digitale, in un progresso sostenibile, nelle energie rinnovabili, nella giustizia sociale e in molte altre cose, tra cui l’A.S. Roma. Non è un male, credere in qualcosa, sia chiaro. Il problema è capire che questo non è necessariamente un bene, se non si è disposti a credere in modo critico , p