Tante nubi e una sola stella: Noa in concerto a Cremona
Una grande serata di musica, di cultura della pace e della condivisone tra i popoli e di energia, ieri sera la Palazzo Trecchi di Cremona.
Nell'ambito di Acque Dotte, Festival musicale tra Cremona e Salò, la città ha avuto l'opportunità e l'onore di ascoltare la meravigliosa voce di Noa (al secolo Achinoam Nini), splendidamente accompagnata dal Solis String Quartet e dal pianista Gil Zohar.
Un'esperienza, più che un concerto. Un vero e proprio viaggio nell'anima del mondo. Noa è la dimostrazione più lampante che sul palco il talento è nulla senza l'umanità. Un talento che la cantante esprime in tutti i modi possibili, dalla voce all'espressione, dal modo in cui gioca con le percussioni all'empatia con cui trascina il pubblico nel canto, nel ritmo e nella pura emozione.
Se c'è un'artista internazionale sulla scena, oggi, uno davvero in grado di ricoprire appieno il ruolo che fu di grandi anime come quella di Lennon o di Freddy Mercury, il cui talento non ti arriva dalla tecnica, ma dal cuore, oggi quell'artista è Noa, insieme a pochissimi altri.
Quei pochi, che si contano sulle dita di una mano, o meno, che non inseguono il successo spalando addosso al pubblico capacità, effetti speciali e tecnica, ma che lo attraggono a sé con delicatezza, con la forza gentile di un'umanità vera, genuina, offerta, piuttosto che ostentata.
Serate come quella di ieri al Trecchi sono eventi rari, unici. Momenti sacri, che ti avvicinano all'infinito e ti spiegano il mondo con la semplicità di una canzone: "I don't know why, I don't know how / If I can fly, can I fly now? / Are my wings strong enough to bear / "The winds out there?", cantata insieme al pubblico rapito.
Impossibile non rimarcare la bravura (e l'anima) del Solis String Quartet e del pianista Zohar, che hanno riempito il cortile del Trecchi di note e di emozioni non comuni.
Complimenti agli organizzatori del festival per questo momento altissimo, in particolare al Direttore Artistico del Festival, Roberto Codazzi, che ha regalato a Cremona una pagina di musica internazionale e di vera poesia.
Nell'ambito di Acque Dotte, Festival musicale tra Cremona e Salò, la città ha avuto l'opportunità e l'onore di ascoltare la meravigliosa voce di Noa (al secolo Achinoam Nini), splendidamente accompagnata dal Solis String Quartet e dal pianista Gil Zohar.
Un'esperienza, più che un concerto. Un vero e proprio viaggio nell'anima del mondo. Noa è la dimostrazione più lampante che sul palco il talento è nulla senza l'umanità. Un talento che la cantante esprime in tutti i modi possibili, dalla voce all'espressione, dal modo in cui gioca con le percussioni all'empatia con cui trascina il pubblico nel canto, nel ritmo e nella pura emozione.
Se c'è un'artista internazionale sulla scena, oggi, uno davvero in grado di ricoprire appieno il ruolo che fu di grandi anime come quella di Lennon o di Freddy Mercury, il cui talento non ti arriva dalla tecnica, ma dal cuore, oggi quell'artista è Noa, insieme a pochissimi altri.
Quei pochi, che si contano sulle dita di una mano, o meno, che non inseguono il successo spalando addosso al pubblico capacità, effetti speciali e tecnica, ma che lo attraggono a sé con delicatezza, con la forza gentile di un'umanità vera, genuina, offerta, piuttosto che ostentata.
Serate come quella di ieri al Trecchi sono eventi rari, unici. Momenti sacri, che ti avvicinano all'infinito e ti spiegano il mondo con la semplicità di una canzone: "I don't know why, I don't know how / If I can fly, can I fly now? / Are my wings strong enough to bear / "The winds out there?", cantata insieme al pubblico rapito.
Impossibile non rimarcare la bravura (e l'anima) del Solis String Quartet e del pianista Zohar, che hanno riempito il cortile del Trecchi di note e di emozioni non comuni.
Complimenti agli organizzatori del festival per questo momento altissimo, in particolare al Direttore Artistico del Festival, Roberto Codazzi, che ha regalato a Cremona una pagina di musica internazionale e di vera poesia.
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