Per avidità e poco altro

È per avidità, che siamo arrivati sin qui. Per avidità, per curiosità, per la voglia di lasciare un segno, di progredire, di innalzarci oltre la natura, oltre la religione, oltre la scienza.

Prima dei soldi le cose andavano più lentamente. Non si azzardava, si condividevano conoscenze e scoperte, ma non c'era motivo di rischiare, perché lasciare una strada sicura per l'ignoto significava poter perdere tutto. E a fronte di cosa?

C'era già la curiosità e, certo, la gente era già avida ed egoista. Ma accumulare oggetti non aveva senso, prima della moneta. È lei che ha spinto in avanti il progresso e che ha dato vita a tutto questo. Nel bene e nel male.

Dopo il denaro, è scritto sui libri di storia, chiunque abbia fatto grandi cose senza monetizzare è morto in disgrazia, senza che nessuno fosse capace di comprendere le sue competenze.

Perché il senso ultimo e unico di questa società è quello di guadagnare. È per il guadagno di qualcuno, che oggi abbiamo tutto quello che ci circonda e che ci aiuta a vivere meglio.

Per illuderci di vivere meglio, accumulando soldi e consumando.

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