Sulla questione Giannino e su tutto il resto...

Cosa ci insegna, o dovrebbe insegnarci (una volta di più) il "caso Giannino"? La solita cosa, che ho detto e scritto già centinaia di volte: la vera piaga di questo paese è la sua compulsiva pratica del culto della personalità. Pratica che non ammette controlli preliminari o approfondimenti, ma che punta dritta al carisma del personaggio, salvo poi "cadere dal pero" quando ne vengono smascherati limiti, difetti, pecche di ogni genere.

Chiamatela immaturità, chiamatelo forse invece egoismo, incapacità di curare altro che non sia il proprio misero orticello, ma questa piaga ha già dato frutti amarissimi (non soltanto in Italia a dire il vero) da Mussolini a Berlusconi, passando per esempi meno eclatanti e forse meno "invasivi" ma che allo stesso modo ci hanno visto consegnare le chiavi di qualcosa di nostro al "messia" di turno.

Strano, però, in un paese in cui la gente fa una fatica immane a offrire a terzi le chiavi di qualcosa che gli appartiene. Gli italiani la propria macchina non la lasciano guidare a nessuno, la propria casa non la prestano neppure quando sono in ferie per mesi, i propri oggetti se li tengono ben stretti e guai a chi li tocca.

Con il proprio paese invece sono molto più accomodanti. Di volta in volta trovano un bel "salvatore della patria" e gli mettono in mano il proprio destino, salvo poi impiccarlo a testa in giù se questi non ha saputo fare i miracoli che da lui si aspettavano.

Eccoci qui, dunque, a puntare di nuovo sul leader carismatico, su "quello che ne sa", su "quello che ha i numeri"; solo che stavolta di messia ce ne sono troppi, dallo zombie Berlusconi al guitto Grillo, passando per l'uomo dell'Europa Monti, per Ingroia, etc. Solo il PD sembra aver momentaneamente accantonato il suo messia Renzi, ma ovunque si parla di liste e di coalizioni ma si punta comunque sui personaggi, sui nomi.

Perché? Probabilmente perché è parecchio facile, puntare su una persona e togliersi tutti i pensieri, pronti a prenderlo a calci appena sbaglia. Peccato che questo poi non avvenga, o succeda soltanto dopo l'irreparabile, come nel caso di Mussolini. Altre volte, invece, basta qualche "sottigliezza" per buttare dalla torre il "falso profeta", come sembra essere avvenuto con Giannino (che comunque resta candidato premier e se dovesse mai vincere ci sarebbe da ridere).

Lo ribadisco e chiudo; il caso Giannino è il massimo esempio della follia di questo paese, di come una persona carismatica e capace di interloquire a livelli che non sono i suoi "di diritto o per titolo", possa scalare la società fino ad arrivare a un passo dalle massime cariche dello stato, passando per incarichi prestigiosi, aule universitarie, dibattiti, forum, master... quelli in cui lui ha soltanto insegnato, però, senza mai averne fatto uno da studente.

Dico la mia, però. A me dei suoi titoli e del fatto che insegni o che scriva senza aver imparato in una scuola prestigiosa non me ne importa davvero niente. I suoi titoli non sono scritti su carta, ma sugellati dall'esperienza e tanto mi basta. Le menzogne sono un'altra cosa, però. Menzogne che lui sta giustamente scontando, ma che, mi sembra evidente, debbono pesare non soltanto su di lui, ma (forse ancor più) su tutti quelli che negli anni gli hanno dato credito e, soprattutto, sul movimento che lo ha candidato premier senza neppure fare quel minimo di "indagini" che avrebbero permesso di porselo prima, questo problema o almeno di sapere da subito che si sarebbe potuto presentare.

Perché in politica funziona così, signori. O sei marcio fino al midollo, pieno di cause, processi e pendenze, che ovviamente attribuisci a un complotto politico, con la gente che prende le tue parti e ti assurge al ruolo di perseguitato, oppure, se le tue colpe sono piccole, quasi veniali, vieni messo in croce all'istante, senza appello e senza via di scampo, che ai politici piace interloquire inter pares, sempre.

Ecco perché alla politica io non ci credo più. Ecco perché la salvezza di questo paese non passa attraverso un partito e, tanto meno, attraverso una persona. Se vogliamo uscirne ce la dobbiamo fare da soli, cambiando la nostra prospettiva, il nostro modo di vivere, le nostre aspettative. Questa crisi è sistemica e non ne usciremo se non adottando, tutti e ciascuno, uno stile di vita più sostenibile, iniziando a spendere bene i nostri soldi, dando fiducia alle attività locali, agli artigiani, alle piccole imprese che fanno del "kilometro zero" e della sostenibilità la loro bandiera.

TOCCA A NOI, mettiamocelo in testa e basta coi falsi profeti, coi predicatori, con la fede cieca e semplicistica, che la politica non ha mai salvato e mai salverà nessuno, se non se stessa e gli interessi che rappresenta.

Commenti

Unknown ha detto…
Parole bellissime Claudio! Basterebbe un maggiore senso civico in noi Italiani, una maggior voglia di combattere INSIEME per un 'ideale comune, perché tutto potrebbe funzionare meglio. Ciao e buon lavoro
Claudio Gagliardini ha detto…
Grazie Francesca, in effetti il punto è quello: tutti per uno... Però qui da noi ne stravolgiamo il senso, quell'uno non è lo stato (nel caso dei moschettieri il re e se stessi) da difendere, ma un UNO che faccia quello che non vogliamo o non sappiamo fare, con la pretesa che lo faccia bene e senza recarci fastidio!
Deadly ha detto…
Sante parole, purtroppo l'indole nostra non è quella di risolvere i problemi ma di rimandarli e se possibile di chiudere gli occhi quando si presentano.
In questa ottica il dittatorello di turno è perfetto, permette alle menti deboli di delegare ogni responsabilità senza problemi.
Ovviamente poi la storia mostra le persone per quello che realmente sono e se ne vedono i frutti.
Mangiucugna ha detto…
Il problema però se mi permetti è che non si può archiviare la questione politica in modo così facile. Il governo del paese rimane comunque un problema da affrontare prima o poi, che esso sia una nazione, un comune, un villaggio.
Capisco benissimo le tue parole, io non mi riconosco in nessuno e questa tornata la salto, ma domani? Tra 5 anni? Che si fa?
Non basta comprare a km 0 per ricostruire una classe dirigente..
Claudio Gagliardini ha detto…
Ma infatti io vado oltre. Per me non è possibile costruire una classe dirigente, su queste basi. Gli input non ci pioveranno mai dal cielo e, pertanto, chi vorrà cambiare dovrà farlo da se, individualmente, ignorando le classi dirigenti e trasformando la propria esistenza, indipendentemente dalle scelte politiche.
Sarà un processo lungo e non sarà per tutti, ma chi avrà saputo ridefinire la propria esistenza riuscirà a superare qualsiasi crisi e qualunque sconvolgimento. Chi non l'avrà fatto prima o poi affonderà insieme al sistema e alla sua incapace e complice classe dirigente.

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