La differenza tra il bene e il male
Il male è facile da riconoscere, nella maggior parte dei casi. E se anche non lo riconosci, prima o poi si manifesta per quello che è, soltanto raramente quando è troppo tardi per affrontarlo in qualche modo.
Più difficile è il bene, nelle sue molteplici sfumature, nella sua incapacità di essere davvero universale e infinito. No, il bene è quasi sempre una creatura mortale, delicata e imperfetta come tutti noi e per questo incapace di essere il bene di tutti, senza che ci sia l'impegno e la volontà di ciascuno per tenerlo vivo e acceso.
Assomiglia alle lucine degli alberi di Natale, il bene. Funziona se tutte le lampadine restano legate tra loro e brillano all'unisono o ad intermittenza. Ma se una si rompe, è più che probabile che tutta la catena smetta di funzionare o che anche le altre inizino ad avere problemi, una dopo l'altra.
Ecco la differenza tra il male e il bene: il primo vive di pura individualità, è universale e spavaldo, ma da solo prima o poi è destinato ad essere bloccato. Il secondo vive di condivisione, di altruismo, di partecipazione. Ma non è univoco e non è universale. Il bene è per tutti soltanto se tutti lo riconoscono tale e si adoperano affinché esso si propaghi e prenda coraggio.
Il coraggio di dimostrarci che il bene del singolo non garantirà mai la felicità e non renderà mai il mondo un buon posto in cui vivere. Il bene del singolo è esso stesso il male; è quell'angelo caduto dal cielo che si trasforma in demone e rende l'umanità frammentata, divisa, ostile e inadeguata.
Il male non è il contrario del bene, ma la sua esaltazione e la sua venerazione. Chi adora il bene finisce spesso per fare tutto il male che si riesce ad immaginare e anche oltre. Il bene non è un fine, ma un mezzo.
#pensierisparsi
Più difficile è il bene, nelle sue molteplici sfumature, nella sua incapacità di essere davvero universale e infinito. No, il bene è quasi sempre una creatura mortale, delicata e imperfetta come tutti noi e per questo incapace di essere il bene di tutti, senza che ci sia l'impegno e la volontà di ciascuno per tenerlo vivo e acceso.
Assomiglia alle lucine degli alberi di Natale, il bene. Funziona se tutte le lampadine restano legate tra loro e brillano all'unisono o ad intermittenza. Ma se una si rompe, è più che probabile che tutta la catena smetta di funzionare o che anche le altre inizino ad avere problemi, una dopo l'altra.
Ecco la differenza tra il male e il bene: il primo vive di pura individualità, è universale e spavaldo, ma da solo prima o poi è destinato ad essere bloccato. Il secondo vive di condivisione, di altruismo, di partecipazione. Ma non è univoco e non è universale. Il bene è per tutti soltanto se tutti lo riconoscono tale e si adoperano affinché esso si propaghi e prenda coraggio.
Il coraggio di dimostrarci che il bene del singolo non garantirà mai la felicità e non renderà mai il mondo un buon posto in cui vivere. Il bene del singolo è esso stesso il male; è quell'angelo caduto dal cielo che si trasforma in demone e rende l'umanità frammentata, divisa, ostile e inadeguata.
Il male non è il contrario del bene, ma la sua esaltazione e la sua venerazione. Chi adora il bene finisce spesso per fare tutto il male che si riesce ad immaginare e anche oltre. Il bene non è un fine, ma un mezzo.
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