Sui poveri e sui mendicanti

Poveri, mendicanti e accattoni ce ne sono sempre stati, In tutte le civiltà, in tutte le culture. In tutta la storia. Non che non ci sia la possibilità di risolverlo, questo "problema"; il fatto è che "loro" servono alla società e al sistema di turno per quello che sono: un monito, uno spauracchio, un invito costante e severo ad allinearti, a conformarti, altrimenti "farai la loro fine".

E' gente che in qualche modo ha fatto una scelta, però. Non sono dei derelitti, la maggior parte di loro ha una sensibilità diversa, ma quasi sempre migliore, più nobile e pura di quella comune. Non sono dei pazzi, a parte qualche rara eccezione e in moltissimi casi non sono "finiti così" per qualche disgrazia o sfortuna, come "il sistema" tenta di farci ritenere, ma hanno scelto, più o meno liberamente, di non adeguarsi e di non sposare un modello che non riuscivano a tollerare.

I pazzi siamo noi, invece. Tutti noi, che pensiamo di essere nel giusto solo perché facciamo quello che fanno tutti gli altri e ogni tanto ci liberiamo la coscienza facendo un po' di "carità pelosa", offrendo ipocriti e vigliacchi oboli all'associazione o all'ente di turno, molto più che ai mendicanti per strada. Cosa che sarebbe quanto meno più diretta e che li renderebbe meno invisibili.

Invece di tentare, magari goffamente, di risolvere il problema, andando alla sua radice, preferiamo alimentare quello stesso sistema che non ha nessun interesse a trovare una vera soluzione, perché da quel problema, che in ogni modo si sforza di non definire tale, trae guadagno e ragione d'essere. Un gigantesco e grasso gatto che perennemente si morde la coda, sporca e spelacchiata...

Sia chiaro, quando parlo di "risolvere il problema" non mi riferisco a una necessità di "ripulire la società" o di redimere in qualche modo queste persone. Io le rispetto per quello che sono, ma non posso non accorgermi che la società le usa e che ci sono organizzazioni che ci lucrano e ci campano. La soluzione, per me, sarebbe quella di offrir loro delle prospettive compatibili con la loro scelta, semmai fosse possibile. Non ghettizzarli,, non costringerli a qualcosa, non integrarli a forza, ma porsi in modo radicalmente diverso nei loro confronti.

Ad essere onesto una soluzione in mente non ce l'ho, ma non posso nemmeno accettare che le cose vadano in questo modo per sempre, perché sarebbe arrendersi a un modello che rifiuto e che sin qui non ha prodotto nulla di buono. Il modello della carità istituzionalizzata e dell'ipocrisia, che crea soltanto ingiustizia e corruzione. Il modello del "divide et impera", delle classi sociali, della divisione come modalità di gestione. Non siamo noi e loro, mettiamocelo in testa. La società è composta dal 100% degli individui, altrimenti faremmo molto meglio ad emarginare i miliardari, pochissimi e molto più diversi da "noi" di quanto non lo siano poveri, mendicanti e accattoni.

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