Bello, ricco, intelligente e...


Approfitto di una conversazione fatta su Facebook per raccogliere in un post alcune mie considerazioni sull’amore e sulle relazioni. La conversazione prendeva spunto da una fantomatica ricerca della University of Buffalo, secondo cui “i maschi provano disagio e paura quando devono rapportarsi con donne intelligenti. E, alla fine, scelgono partner meno brillanti”.
Personalmente ritengo che ci sia un problema di fondo, rispetto a questo studio. L'amore si fa in due quindi, se le cose non funzionano, le responsabilità vanno sempre suddivise al 50%. Quante donne belle e particolarmente intelligenti conoscete, che scelgano i loro partner seguendo i consigli dell'intelletto, piuttosto che il cuore (tanto per usare un eufemismo)? Il problema è: più abbiamo e più facciamo fatica a capire di cosa abbiamo davvero bisogno, perché, se abbiamo tanto da offrire, è quasi certo che cercheremo piuttosto quello che vogliamo.
Sarebbe poi da capire cosa si intenda per intelligenza e come la si misuri. Il fatto è che troppo spesso si confonde l'intelligenza con l’essere persone brillanti, o con la cultura, se non addirittura con i titoli da sfoggiare in società. Un Nobel è un essere superiore? No, è uno cui un gruppo di persone ha ritenuto di conferire un premio, per mille motivi e ragioni. Certo che sposare un Nobel fa parecchio figo, ma la sua intelligenza ci farà star bene per tutta la vita?
Anche ad un uomo, ne sono certo, fa piacere avere una donna intelligente, al suo fianco. E bella. E dolce, gentile, affettuosa, premurosa... quante altre cose ancora? Il punto è, per fortuna o purtroppo, che se mettiamo insieme le 100 qualità che davvero contano e le portiamo tutte al 100%, non è per niente scontato che con quella superdonna o con quel superuomo staremo bene davvero.
L'amore è un'alchimia, una formula chimica in cui a ciascuna persona serve un determinato equilibrio di ingredienti. Purtroppo è difficilissimo capire quale sia il nostro e così semplifichiamo, pensando che più ce n'è meglio è, ma a questo modo non siamo mai davvero felici e tendiamo a crearci dei mostri assurdi: se Giovanna avesse gli occhi di Lucia, e l'intelligenza di Giorgia, e la dolcezza di Ludovica. E se magari avesse le gambe di Maria e la simpatia di Francesca...
No, non funziona così e quando, per pura fortuna, incontriamo davvero la persona giusta, scopriamo che non ha nessuna delle doti e delle caratteristiche di quel Frankenstein che avevamo costruito a tavolino, ma ci fa stare bene davvero, così com'è. Perché è ciò che è, unica, irripetibile, diversa da tutte le altre e, quasi sempre, anche dai nostri ideali.
Quanto allo studio della University of Buffalo, pertanto, consiglierei alle donne, a quelle belle e intelligenti che credono di spaventare gli uomini (ma in fondo vale anche per gli uomini, se rovesciamo la cosa), di non lasciarsi abbindolare da queste scuse un pochino patetiche, ma di provare ad uscire dai propri cliché, cercando di capire sé stesse in profondità. Capire i propri bisogni è il punto di partenza, secondo me. Abbiamo davvero bisogno di un superuomo o di una superdonna, per essere felici e stare bene? Io credo proprio di no, perché se così fosse non sarebbe felice nessuno (gli unicorni non sono mai esistiti). Cercate di capire la vostra formula della felicità, prima di dare la colpa agli altri e di rassegnarvi all’idea che il partner perfetto non esiste. FOTO: pixabay.com

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